chi vuole portà aiutare nella sua compilazione inviando il materiale a me, provvederò in prima persona a vagliarlo( si tratta solo di un correggere bozze) e pubblicarlo perchè tutti devono poter aver accesso a queste informazioni.
un ultima precisazione: quando presente prego citare la fonte da cui si prende l'articolo, in modo da evitare spiacevoli diatribe.
vi ringrazio di essere qui e buon lavoro.
lunedì 21 maggio 2012
RIUNIONE DEL SABATO 19 MAGGIO
sabato 17 marzo 2012
LA GRAVIDANZA IN DONNE AFFETTE DA EDS
articolo trofato su PUBMED relativo all'Acta Obstet Gynecol Scand. 2002 Apr;81(4):293-300..
Studi sulla Popolazione olandese: la gravidanza in donne affette da EDS e in donne sane, differenze rilevate dalla Associazione Olandese di EDS.
Lo studio è stato effettuato su due gruppi, il primo su 46 donne affette da EDS per un totale di 128 gravidanze e sul secondo gruppo formato da 33 donne non affette su un totale di 43 gravidanze, tutte di oltre le 24 settimane di gestazione.
Le principali complicazioni erano a livello pelvico ( 26% del primo gruppo contro il 7% del secondo).
Nel caso di EDS del IV tipo era stata riscontrata la rottura dell’intestino.
Nel 21% dei casi del primo gruppo le nascite erano state premature.
Inoltre sempre per il primo gruppo si era andati incontro ad emorragie post-partum ( nel 19% dei casi e solo il 7% per il secondo gruppo) e lacerazioni nelle zone interessate.
I neonati nascevano con la “sindrome del bambino molle-elastico” sempre nel primo gruppo, nel 13% dei casi.
In conclusione nelle donne affette da EDS in generale la gravidanza è ben tollerata sia dalle madri che dai neonati, mentre severe complicazioni si sono verificate nel caso delle EDS di IV tipo.
Per questi casi particolari ci vuole un approccio che tenga conto delle numerose complicazioni.
il resto dell'articolo è rintracciable al seguente indirizzo:
domenica 19 febbraio 2012
LA STORIA DI VALE
Non so raccontare come sia vivere con l'Ehlers - Danlos, perché ho consapevolezza di ciò da troppo poco tempo; posso però provare a raccontare cosa significhi vivere con il dolore. Quello fisico si, ma più che altro con quello che ti porta quasi ogni giorno a chiederti "ma allora, se nessuno capisce il mio dolore, se ogni medico che incontro mi dice che non ho nulla...ma allora, sono pazza?!?".
Da quando ho avuto la diagnosi il mio pensiero costante è "mamma mia, che fortuna ho avuto...di tante mutazioni genetiche a me la sorte ne ha riservata una delle più leggere". E da quel momento mi torna in mente una frase che mi ha detto il dottore durante la visita, quando mi ha detto "nessuno ti credeva quando eri bambina, ma tu lo capivi che eri diversa, vero?". In quel preciso istante l'ho guardato negli occhi e ho pensato che finalmente, dopo venti lunghissimi anni, qualcuno stava veramente guardando oltre ciò che sembro, stava guardando me, la mia anima. Ammetto che mi commuove pensare a quel momento...è stato come se quell'uomo avesse trovato una crepa nella corazza di ghiaccio che mi ero messa addosso; per la prima volta ho visto in faccia la speranza di pensare che un giorno sarei stata libera di essere me stessa veramente.
Ovviamente la mia vita non si è stravolta dal momento in cui ho avuto la diagnosi: c'è chi ancora mi guarda come se fossi pazza, chi non mi crede e chi non mi crederà mai. Ma io so che quello che ho sempre sentito esiste, la verità che ho inseguito per anni finalmente è arrivata; so che ho lottato per qualcosa che finalmente stringo tra le mani: la dignità del dolore. Si potrebbe parlare per ore del dolore, ma la cosa più importante che ho imparato dal mio dolore è che ogni dolore è importante per chi lo prova e nessuno, ripeto nessuno, dovrebbe permettersi di giudicare o deridere chi soffre. Il dolore è la cosa più intima che ci sia, molti posso capirti nella gioia, ma veramente pochissimi hanno il coraggio di guardarti negli occhi mentre soffri.
Non so cosa sarà il domani, ma so che da ieri ho imparato un pochino di più a guardare prima di tutto nei miei occhi..."
LA STORIA DI CHICO
martedì 17 gennaio 2012
Instabilità cranio cervicale (CCI) e Sindrome di
Instabilità cranio cervicale (CCI) e Sindrome di
Ehlers-Danlos (EDS)
Dott. Paolo Bolognese*
Presso il The Chiari Institute di New York è stato realizzato uno studio con l’obiettivo di
comprendere alcuni sottotipi di Malformazione di Chiari 1 (CM1). Sono stati esaminati a
questo scopo pazienti che avevano avuto un insuccesso chirurgico, sui quali era stato
eseguito un buon intervento di decompressione senza complicazioni osservabili in modo
evidente, ma che ugualmente avevano avuto disabilità o un peggioramento dopo la
chirurgia.
In primo luogo, abbiamo osservato ciò che di comune avevano questi casi, e abbiamo
scoperto che avevano una alta incidenza di uno " schiacciamento" craniale (cranial
settling) e/o instabilità dell'articolazione cranio cervicale (Instability of CCJ).
La maggioranza dei pazienti era affetta da Sindrome di Elhers Danlos (Elhers Danlos
Syndrom o EDS ).
La EDS è un gruppo di disordini del tessuto connettivo caratterizzati da una iperelasticità e
fragilità della pelle o da ipermobilità delle articolazioni (piccole e grandi articolazioni) o da
fragilità dei vasi cutanei e delle grandi arterie o ancora da scarsa capacità di guarigione
delle ferite.
Più che una patologia possiamo considerarla come una condizione, come essere bianco,
nero, alto, basso o grasso; così, come nell'ultimo caso aumenta il rischio di patologie
cardiovascolari, altrettanto in questi soggetti, in genere alti e magri, c'è un maggiore rischio
di sub-lussazione articolare.
La causa della EDS è un difetto genetico, che comporta un deficit di qualità/quantità del
collagene e/o della matrice extracellulare.
EDS è autosomica dominante nella maggioranza delle forme, con una incidenza di 1 su
5000 individui che è la stessa incidenza riscontrata nella CM1. Dunque MC ed EDS hanno
la stessa incidenza e la stessa origine mesenchimale.
La classificazione della EDS è stata aggiornata nel tempo fino all'attuale classificazione
che è degli anni '90.
La diagnosi della EDS si può fare tramite studi genetici: nella maggior parte dei casi però
la si fa sulla base dell'anamnesi familiare e dell'esame clinico.
Nel caso si sospetti una EDS si fa:
- ecocardiogramma che nel 90% dei casi mostra un prolasso della valvola mitrale ed altri
difetti cardiaci ,
- RMI ed una TAC, perché questi pazienti spesso hanno un prolasso della aorta del tratto
addominale,
- densitometria ossea che può mostrare segni di osteoporosi anche in età molto giovane,
- biopsia della pelle che consente l'identificazione del difetto genetico.
* dott. Paolo Bolognese, Neurochirurgo e Direttore Associato del TCI-The Chiari Institute di New York.
Testo di Orfeo Mazzella, a cura di AISMAC. Pubblicazione autorizzata dall’autore.
Abbiamo osservato presso il TCI che il 18 % di pazienti con CM1 erano affetti da EDS o
altri disordini del tessuto connettivo (Marfan, Stickler, ecc.), per cui, tutte le volte che
vediamo un paziente affetto da Chiari cerchiamo di stabilire se è anche affetto da EDS e
viceversa.
La nostra statistica che riporta il dato del 18% di presenza di EDS nei pazienti con Chiari è
soggetta a bias (errore sistematico o distorsione) tale da "gonfiare " la reale proporzione
del problema. In effetti ci saremmo aspettati una concomitanza tra le due patologie
(EDS/CM1) molto minore data la prevalenza simile di 1:5000 della EDS, cosa che invece
non è, per cui abbiamo cercato di capire se le due patologi avessero un effetto sulla
cerniera cranio cervicale da sole o in combinazione.
La CM1 sappiamo cosa fa, la EDS può colpire qualsiasi articolazione dell'organismo, e la
distribuzione dei pazienti all'interno della famiglia non è omogenea: alcuni hanno
lussazione di una sola articolazione, altri di più articolazioni.
A livello della terza più grande articolazione dell'organismo (la cerniera cranio cervicale) ci
può essere un effetto della EDS. La EDS può provocare sull' articolazione della
giunzione cranio cervicale lo stesso "stress meccanico" che avrebbe la
Malformazione di Chiari. Quindi se un paziente affetto da Chiari ha EDS o viceversa,
si ha un effetto di somma delle due patologie.
Inoltre abbiamo osservato che i pazienti con CM1 possono sviluppare una instabilità cranio
cervicale, anche in assenza di EDS, a seguito di una rimozione chirurgica eccessiva di
osso, mentre i pazienti EDS possono sviluppare una instabilità cranio cervicale dopo
lesioni anche poco gravi o usura della cerniera cranio cervicale o dei suoi legamenti. Nei
pazienti affetti sia da CM1 che da EDS il rischio di una CCI è maggiore.
I quadri clinici osservati nei pazienti con CM1/EDS sono i seguenti:
- rapporto femmine/maschi 8.5 a1;
- età media è intorno ai vent'anni;
- la maggior parte sono alti e magri.
I sintomi sono quelli tipici
- delle affezioni del basicranio (disfagia, apnea notturna ecc. ),
- della compromissione della dinamica del liquor,
- della compressione del tronco encefalico.
Altri segni radiologici sono
- ispessimento del legamento retroodontoideo di 4-5 volte più spesso,
- processo stiloideo anomalo e molto lungo (Eagle syndrome),
- mandibola corta, morso profondo e palato alto,
- instabilità cranio cervicale (CCI).
Altri test diagnostici hanno dimostrato
- tachicardia sovra ventricolare (SVT),
- prolasso della valvola mitrale (MVP),
- rigurgito della valvola tricuspide o mitrale,
- sindrome tachicardica posturale ortostatica (POTS) da effetto diretto dell' odontoide sul
bulbo,
- risposta positiva al test di trazione cervicale assiale sotto carico, (Cervical traction axial
loading).
La concomitanza CM1/EDS ha delle conseguenze sulla chirurgia, aumentando il
rischio di complicazioni in seguito all'intervento di decompressione della fossa
cranica posteriore, come:
- ritardata guarigione della ferita,
- fuoriuscita di liquor,
- infezioni,
- formazione di pseudomeningocele,
- ptosi cerebellare,
- settling cranico,
- instabilità cranio cervicale.
Per ciò che riguarda l'instabilità cranio cervicale nei pazienti con CM1/EDS, se ne ha il
sospetto quando sono presenti i seguenti sintomi:
- positività al test di trazione cervicale assiale,
- ispessimento del legamento retroodontoideo,
- sintomi tipici di disfunzione del tronco encefalico.
La diagnosi viene poi confermata dal repentino miglioramento dei sintomi in seguito alla
manovra invasiva di trazione cervicale (ICT) confermata dalla variazione positiva dei dati
morfometrici, rilevati durante la manovra stessa.
In questo sottogruppo di pazienti con CM1/EDS oltre ad una instabilità "orizzontale"
convenzionale (ADI) che è molto più elevata che in altri pazienti, si manifesta anche una
instabilità verticale o craniocervical settling, che non comprendiamo del tutto, ma che
si evidenzia con una riduzione dello spazio tra il basion e il processo odontoideo (o dente
dell'epistrofeo) non collegabile ad un' usura ossea o della cartilagine, quando il paziente
passa da una posizione supina a quella eretta. Normalmente quando si passa da una
posizione orizzontale ad una verticale, c'è uno "schiacciamento" della testa sulla colonna
cervicale di circa 1,5mm, mentre, in questi pazienti con CM1/EDS, si ha un "settling"
che va da 3 a 6 mm, determinando una dinamica simile a quella dell'invaginazione
basilare, con la differenza che questo "settling", è possibile osservarlo
(radiologicamente) solo in posizione eretta mentre scompare in posizione supina,
posizione, tra l'altro, in cui di norma si esegue la RMI.
In questa sotto popolazione di pazienti dunque si osserva la diminuzione della distanza tra
basion e dente dell'epistrofeo, con un aspetto morfologico delle articolazioni che non
risulta alterato, anche in presenza di strutture sinoviali distrutte, ma che compare
all'osservazione solo in posizione eretta.
Queste conoscenze comportano delle implicazioni chirurgiche. In questi pazienti
sarà necessario un trattamento di decompressione minimamente invasivo e la
massima conservazione di legamenti e tessuti.
La presenza contemporanea di una Chiari con una instabilità cranio vertebrale impone una
chirurgia in due stadi, praticando (oltre alla decompressione) un intervento di fusione
cranio cervicale che riposizionerà e salderà le strutture ossee secondo una " posizione in
estensione" (Cranio Cervical Fusion in Extration) (Posizione precedentemente acquisita
con la manovra ICT e riprodotta intraoperatoriamente, con precisione millimetrica, sotto
controllo radiografico, ndr).
L'analisi morfometrica del dott. M. Nishikawa comprende 54 parametri (combinazione di
superfici, volumi, distanze e angoli); questo tipo di analisi nacque nella metà degli anni 90
come studio dei volumi occupati dalla fossa cranica posteriore e cerebrale allo scopo di
dimostrarne la discrepanza, nelle condizioni patologiche, tra il contenuto (cervelletto) e il
contenitore (cavità del cranio).
Misurazioni morfometriche volumetriche
Alcune misurazioni morfometriche lineari
Lo studio del dott. M. Nishikawa è servito anche a ottenere misurazioni dell' instabilità
craniocervicale.
Alcune misurazioni per lo studio della cerniera cranio vertebrale
Durante il trattamento di trazione, in questo caso compreso tra i 10/11 kg, si osservava un
miglioramento di tutti i sintomi; l'intervallo BDI (intervallo basion-dent) aumenta fino a
6,5mm.
Nella RMI, eseguita di norma con paziente supino, non è possibile evidenziare il "sitting"
visibile nella sequenza centrale, pur rappresentando, proprio questo, l'elemento
patologico.
Anche il BAI (intervallo basion-axis) si modifica; a causa della caratteristica forma dei
condili della C1,quando il paziente passa dalla posizione supina a quella seduta, non solo
la testa si appoggia sul collo ma scivola anche indietro, pertanto si passa da un intervallo
BAI di 2.4 a 7.8, per poi tonare a 2.8 con la trazione.
Di sotto una sequenza radiografica che mostra un paziente di EDS in posizione supina, seduto e
sottoposto a trazione.
Durante la trazione, anche altre misurazioni angolari cambiano.
Visione 3D del cranial settling
Il giorno del test (Invasive Cervical Traction) si raccolgono i sintomi in una check-list, in
modo da quantificarne anche l'entità, dopo di che si applica alla testa una trazione che può
arrivare fino a 40 lib (circa 18 KG) fino al momento in cui non si ha un miglioramento
clinico. La check list viene aggiornata e si fa una radiografia. Si fa una mappatura di una
serie di misurazioni nella posizione, supina-seduta-sotto trazione, correlandole alle
modifiche del quadro clinico in modo da ottenere il punto in cui la cerniera cranio cervicale
raggiunge un equilibrio contemporaneamente alla scomparsa dei sintomi o comunque ad
un miglioramento.
Il giorno dopo, si esegue l'intervento di fusione sottoponendo la testa del paziente alla
trazione, con lo stesso carico del giorno precedente, e sotto controllo radiografico, in modo
da non perdere la posizione terapeutica che viene riprodotta in modo millimetrico.
I pazienti al di sopra dei 50 anni (ma da poco tempo anche i più giovani) vengono
sottoposti anche a densitometria ossea, per studiare un' eventuale condizione di
osteoporosi che potrebbe creare dei problemi.
sottoposti anche a densitometria ossea, per studiare un' eventuale condizione di
osteoporosi che potrebbe creare dei problemi
Telelavoro e Sindrome di Ehlers-Danlos: una idoneità difficile.
quello che leggete sono passi importanti tratti dall'articolo:
Telelavoro e Sindrome di Ehlers-Danlos: una idoneità difficile.
Paolo Santucci, Consigliere Nazionale ANMA (Associazione Nazionale Medici d’Azienda e competenti)
Il Medico Competente durante la sua attività quotidiana è sempre più spesso "sfidato" da nuove situazioni e richieste diversificate, che gli provengono da più parti e richiedono risposte appropriate.
In questo scenario il Medico Competente non si è rifugiato in un formalismo di carta, ma ha assunto un ruolo attivo decidendo di mettersi sempre più in gioco.
Perciò l‟idea di poter interpretare il ruolo di Medico Competente in modo "defilato" è diventata ormai improponibile ed i benefici di una maggiore visibilità sono tanto più tangibili, quanto più si intende perseguire il modello proattivo di integrazione nel "sistema azienda" che l‟ANMA ha sviluppato negli anni (Bontadi et Al., 2011).
Il caso trattato in questo articolo può costituire un momento di riflessione sull‟etica del medico competente, ormai consapevole di come sia cresciuto il suo ruolo in termini di responsabilità, valori ed impegno.
La Sindrome di Ehlers-Danlos (EDS) comprende un gruppo eterogeneo di malattie ereditarie
caratterizzate da un difetto della sintesi del collagene, il principale costituente del tessuto connettivo.
La denominazione e dovuta a Edward Ehlers, dermatologo danese, e Henry Alexander Danlos, fisico francese esperto in chimica e malattie dei tessuti, che per primi stilarono un elenco delle caratteristiche tipiche e delinearono accuratamente il fenotipo di questo gruppo di disordini (Wikipedia).
La causa della Sindrome risiede nella presenza di mutazioni geniche, che determinano una sintesi anomala di collagene (costituente del tessuto connettivo) e di conseguenza modificano alcune caratteristiche strutturali e funzionali, in particolare elasticità e resistenza, del tessuto connettivo.
Il gruppo di malattie comprende diverse varianti con sintomi e manifestazioni cliniche spesso comuni, ma di diversa gravità (Bresin E., 2007). ...cut...
...cut...Il trattamento della Sindrome di Ehlers-Danlos è sintomatico e di supporto. E' previsto l'uso di farmaci antidolorifici ed antinfiammatori in caso di dolore articolare importante; sono abitualmente prescritti cicli di fisioterapia volti a migliorare il tono muscolare. Si raccomanda inoltre al paziente di prevenire traumatismi ripetuti alle articolazioni, evitando situazioni, anche di tipo lavorativo e sportivo, che potrebbero comportare un eccessivo sforzo articolare; è consigliato l'uso di materassi anatomici e anche l'utilizzo di ausilii di protezione (ad esempio ginocchiere) per le strutture articolari.
La somministrazione di vitamina C (1-4 grammi al giorno) riduce la fragilità capillare, con minor tendenza al sanguinamento. Un'adeguata assunzione di vitamina D e calcio può essere utile per prevenire o curare l'osteoporosi.
Il trattamento chirurgico si rende talvolta necessario per la riduzione e il riposizionamento di articolazioni lussate, spesso displasiche, o per la loro stabilizzazione; nei pazienti affetti da Sindrome di Ehlers Danlos è sempre raccomandata dagli specialisti una attenta valutazione delle possibili complicanze da fragilità dei vasi sanguigni (emorragie) e da mancata o anomala cicatrizzazione di ferite chirurgiche e suture interne ed esterne.
Il telelavoro, dal greco "telós" = lontano, costituisce una innovativa modalità di svolgere alcuni lavori operando a distanza attraverso un collegamento telematico. Il comune denominatore è dato dalla prestazione lavorativa svolta in un luogo differente e a distanza da quello comunemente indicato come luogo di lavoro e dall‟utilizzo prevalente di reti telematiche per lo scambio di informazioni con il datore di lavoro e/o con altri colleghi (Campodall‟Orto et Al., 2000).
Il telelavoro risponde all‟esigenza di maggiore flessibilità organizzativa e presenta numerose potenzialità sul piano sociale, economico ed occupazionale, creando nuove figure professionali.
Tra queste attività spicca il telelavoro „a domicilio‟ (home working) svolto presso la propria abitazione le cui caratteristiche sono legate alla struttura presso la quale lavora l‟operatore (Soleo et Al., 2003).
Ricoprono perciò un ruolo importante la formazione-informazione dei lavoratori e la fornitura da parte dell‟azienda di strumenti di lavoro adeguati e rispondenti alla normativa, soprattutto in tema di ergonomia. Rispetto al posto di lavoro tradizionale in azienda, il lavoro svolto lontano dalla sede centrale può comportare l‟isolamento del telelavoratore e rischia di non permettergli l‟accesso alla medesima qualità di apparecchiature ed attrezzature o alle stesse condizioni di igiene e sicurezza del lavoro.
Perciò, ai sensi dell‟art.3.10 D.Lgs.81/08 e s.m.i., "A tutti i lavoratori subordinati che effettuano una prestazione continuativa di lavoro a distanza, mediante collegamento informatico e telematico
… si applicano le disposizioni di cui al titolo VII, indipendentemente dall‟ambito in cui si svolge la prestazione stessa".
Schematicamente gli obblighi del datore di Lavoro (art.174), all‟interno del titolo VII (Attrezzature munite di videoterminali), prevedono di
analizzare i posti di lavoro, con particolare riguardo a) ai rischi per la vista e per gli occhi; b) ai problemi legati alla postura ed all‟ffaticamento fisico o mentale; c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale,
adottare le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati, tenendo conto della somma ovvero della combinazione della incidenza dei rischi riscontrati.
organizzare e predisporre i posti di lavoro in conformità ai requisiti minimi di cui all‟llegato XXXIV.
All‟nterno dell‟llegato XXXIV, requisiti minimi, il paragrafo 1 f) è riferito ai computer portatili:
"L‟mpiego prolungato dei computer portatili necessita della fornitura di una tastiera e di un mouse o altro dispositivo di puntamento esterni nonchè di un idoneo supporto che consenta il corretto
posizionamento dello schermo".
L‟rt.3.10 del D.Lgs.81/08 e s.m.i., ricorda che "I lavoratori a distanza sono informati dal datore di lavoro circa le politiche aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in particolare in ordine alle esigenze relative ai videoterminali ed applicano correttamente le direttive aziendali di sicurezza".
Il medico competente, che ha l‟obbligo di effettuazione del sopralluogo annuale negli ambienti di lavoro (art.25.1, l D.Lgs.81/08 e s.m.i.), non viene citato nell‟mbito delle verifiche previste nella sede di lavoro del telelavoratore (art.3. 10):
"Al fine di verificare la corretta attuazione della normativa in materia di tutela della salute e sicurezza da parte del lavoratore a distanza, il datore di lavoro, le rappresentanze dei lavoratori e le autorità competenti hanno accesso al luogo in cui viene svolto il lavoro nei limiti della normativa nazionale e dei contratti collettivi, dovendo tale accesso essere subordinato al preavviso e al consenso del lavoratore qualora la prestazione sia svolta presso il suo domicilio. Il lavoratore a distanza può chiedere ispezioni".
Infine l‟rt.3.10 si conclude ricordando che "Il datore di lavoro garantisce l‟dozione di misure dirette a prevenire l‟solamento del lavoratore a distanza rispetto agli altri lavoratori interni all‟zienda, permettendogli di incontrarsi con i colleghi e di accedere alle informazioni dell‟zienda, nel rispetto di regolamenti o accordi aziendali".
Telelavoro ‘a domicilio’ e disabilità
Il telelavoro può offrire una opportunità alle categorie che sono svantaggiate rispetto al funzionamento tradizionale dei mercati del lavoro. Le persone disabili rappresentano un quota
significativa della popolazione e una parte rilevante di essa è in età lavorativa. Infatti un cittadino europeo su dieci è disabile: circa il 12% della popolazione europea soffre di una forma di disabilità, e il 6-8% dei disabili ha un'età inferiore ai 60 anni.
Molti ambienti di lavoro sono inadeguati ad accogliere al loro interno persone con disabilità, essendo caratterizzati da ostacoli o impedimenti. Inoltre, i ritmi di lavoro imposti negli uffici possono non conciliarsi adeguatamente con le esigenze e i bisogni di una persona disabile, che a causa del proprio handicap non sempre è in grado di seguire la routine di una normale giornata lavorativa. Il telelavoro può essere particolarmente adatto a coloro che, afflitti da disabilità, si trovano in estrema difficoltà non tanto nello svolgere il lavoro, quanto nel recarsi in ufficio (Di Nicola P., 2000).
Il telelavoro mediante l'uso di strumentazioni informatiche e telematiche può offrire alle persone disabili ampie possibilità di svolgere un'attività lavorativa secondo il loro particolare ambiente e le loro competenze, e può contribuire ad arricchire profondamente la loro qualità della vita.
Esistono numerosi vantaggi per i disabili che decidono di diventare telelavoratori. Si tratta di benefici legati da una lato essenzialmente allo svolgimento dell'attività lavorativa in quanto tale e dall'altro alla possibilità di rivalutare l'immagine sociale di queste persone.
SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITA’ LAVORATIVA
La facilità di accesso nel mercato del lavoro, nonché alla conoscenza e alla formazione
La familiarità con l'ambiente domestico e la possibilità di controllare il proprio spazio in modo più efficace che sul posto di lavoro
L'organizzazione flessibile dell'orario e dell'attività
L'utilizzo di apparecchiature adeguate
Maggiore mobilità professionale
POSSIBILITA’ DI RIVALUTARE L’IMMAGINE SOCIALE
L'attenzione dei datori di lavoro/clienti focalizzata sul lavoro e non sulla disabilità
Pari opportunità con le persone normodotate
La possibilità di rompere l'isolamento sociale
La possibilità di ritrovare un'identità sociale
elenco di patologie legate al EDS
aneurisma dell'aorta (molto frequente)
anomalie della lingua/gengiva/mucosa orale (molto frequente)
buftalmo/glaucoma (molto frequente)
cute iperelastica (molto frequente)
cute rugosa (molto frequente)
cute sottile (molto frequente)
eczema (molto frequente)
emfisema/asma (molto frequente)
eredità autosomica dominante (molto frequente)
ernia inguinale (molto frequente)
ernia ombelicale (molto frequente)
faccia triangolare (molto frequente)
iperlassità articolare (molto frequente)
ipertensione arteriosa (molto frequente)
lordosi (molto frequente)
lussazione articolare (anche all'anca) (molto frequente)
mani lunghe/aracnodattilia (molto frequente)
naso lungo/grosso/a bulbo (molto frequente)
palato ogivale/stretto (molto frequente)
petto carenato (molto frequente)
piede lungo/aracnodattilia delle dita (molto frequente)
piede piatto (molto frequente)
piede torto varo/valgo (molto frequente)
porpora/petecchie (molto frequente)
protusione della parte media della faccia (molto frequente)
scoliosi (molto frequente)
smagliature (molto frequente)
spina bifida occulta (molto frequente)
faccia stretta (frequente)
orecchio molle (difetto di cartilagine) (frequente)
prematurità (frequente)
prolasso della valvola mitrale/insufficienza (frequente)
adonzia/oligodonzia (occasionale)
bassa statura/nanismo (occasionale)
cheratocono (occasionale)
cifosi (occasionale)
denti malposizionati (occasionale)
difetto interatriale (occasionale)
distaccamento della retina (occasionale)
dita del piede male impiantate (occasionale)
ectopia del cristallino/lussazione/sublusazione (occasionale)
epicanto(presenza di una plica cutanea che si estende tra palpebra superiore ed inferiore )(occasionale)
magrezza (diverso da lipodistrofia) (occasionale)
microcornea (occasionale)
microdonzia totale o parziale (occasionale)
miopia (occasionale)
naso largo/sella nasale larga (occasionale)
nefropatia tubulare (occasionale)
ritardo mentale/psicomotorio (occasionale)
sclere blu (occasionale)
torace lungo (occasionale)
mancanza del frenulo labiale
ipotonia muscolare
presenza di sferule calcifiche sottocutanee (occasionale)
piede piatto
problemi gastrointestinali
problemi ostetrici legati al prolasso dell'utero
problemi urinari legati al prolasso della vescica
sindromi odonto-stomatologici legati prevalentemente all'apparato gengivale
otorinolaringoiatrici (uditivi, controllo dell’equilibrio, olfattivi)
Dell'apparato respiratorio con diminuzione della capacità polmonare
SINTOMI SEMPLICI
emicranie
insonnia
vertigini
deficit cognitivi di attenzione, di concentrazione e di memoria
dolore cronico ad arti e giunture
cicatrici ed interventi chirurgici 1
giovedì 12 gennaio 2012
LA STORIA DI KIKKA
grazie ai miei genitori ho fatto ginnastica per tutta la mia infanzia e adolescenza, ed anche da grande avrei continuato se non fosse stato per il lavoro che invece mi ha tolto anche la voglia. ho praticato quasi tutte le specialità ginniche, lancio del peso, corsa, judo, canottaggio, nuoto, scherma, ginnastica artistica, danza moderna. erano tutti sport che mi aiutavano a smaltire un'accumulo di energie che avevo, e che quindi mi piaceva frequentare, ma che alla lunga mi pesavano per i dolori che mi causavano alle ginocchia, alle spalle alle articolazioni in generale e che alla fine mi pesava continuare a seguire. nuoto è ancora uno dei miei sport preferiti ed ho un rapporto molto stretto con l'acqua, tanto che per me è come se fosse il mio elemento mancato.
nel 2005 mi trasferii a Roma, dove mi distorsi un ginocchio facendo il trasloco, e dove cominciai a lavorare in un ambiente che era estremamentene pesante a livello fisico e psicologico. ho avuto vari casi di svenimento, dolori diffusi e itineranti, e disagi di ogni genere, ma cercavo di andare avanti perchè mi sentivo inadeguata e in colpa per questi problemi che mi causavo da sola con la mente.
i momenti peggiori erano le reperibilità notturne che mi obbligavano a fare tutto di corsa, da sola e sotto stress.
tutto questo continuando ad andare al lavoro, cercando di perdere meno giorni possibile e soprattutto di non bucare le reperibilità che altrimenti sarebbero finite sulle spalle dei miei colleghi.
mi feci visitare da un ortopedico amico di famiglia, perchè non ne potevo proprio più dal dolore, ed egli mi diagnosticò una sindrome da spalla congelata, per cui mi indirizzò al policlinico per una serie di applicazioni di fisioterapia.
cominciai a frequentare l'ambulatorio di fisioterapia dove venni trattata per la mia spalla congelata, con macchinari e applicazioni laser, ed infine con massaggi e manipolazioni: li venne fuori che, si, la spalla era bloccata, ma solo in forma attiva; in forma passiva era abbastanza mobile anche se estremamente dolente: era come se il dolore mi avesse bloccato l'arto, il cervello lo aveva messo in stand by per non farmi soffrire.
Fattori cognitivi e Sindrome di Ehlers-Danlos
Il dolore nella Sindrome di Ehlers-Danlos
La stanchezza e la Sindrome di Ehlers-Danlos
mercoledì 11 gennaio 2012
EDS questa sconosciuta
i tipi CIFOSCOLIOTICO presentano una complicanza legata anche all'ossatura, presentano una lassità articolare generalizzata che però nel loro caso conduce ad una sclerosi progressiva, presentano ipotonia muscolare già in età puberale e fragilità della sclera oculare. possono avere anche fragilità tissutale, facilità ai lividi, fragilità dei vasi, osteopenia. in alcuni casi si sfocia nella sindrome di Malfan, parente stretta della EDS in questi casi.
purtoppo la EDS si può mimetizzare con altre malattie che vanno escluse, come la Sindrome di Strikler, la cute lassa, la sindrome di mancanza di Tensacina, e senza andare in nomi altisonanti e complicati, anche con la artosi, i reumatismi, l'atrite reumatoide, l'artosi cervicale e mille altre piccole patologie che ogni persona accusa e che vanno a coprire i sintomi, che si scoprono solo con un esame generale di tutte le manifestazioni.